domenica 8 settembre 2013

Mostra di Guttuso al Vittoriano


La mostra del pittore siciliano Renato Guttuso, curata dal figlio adottivo Fabio Carapezza Guttuso ed Enrico Crispolti, è stata inaugurata il 12 ottobre 2012 al Complesso del Vittoriano dove rimarrà fino al 10 febbraio 2013, in occasione del centenario dalla nascita dell’artista.

Si tratta di una mostra antologica di più di cento opere esposte nei pressi dei suoi luoghi abituali. Egli infatti, sebbene fosse nato a Bagheria in Sicilia nel 1911, ha vissuto per più di cinquant’anni a Roma, a lungo in un palazzo di salita del Grillo, nei pressi del Foro di Traiano. Sia la Sicilia con il famoso mercato di La Vucciria(1974) che Roma con il Colosseo (1972) sono presenti nei suoi quadri.

Antifascista, diventa membro del partito comunista italiano (PCI) nel 1940 e partecipa all’attività partigiana nel 43. Nonostante venga giudicato ‘diabolicus’ dalla Chiesa a causa del quadro ‘Crocifissione’ (1940-41), viene eletto membro del Consiglio Mondiale della Pace che gli conferisce, nel 1950, il premio per la Pace. Espone, oltre che in Italia, anche a Londra, New York e Mosca.

Subito dopo la biografia ci si ritrova in una saletta che illustra la chiave di lettura dell’intera mostra ed offre addirittura un piccolo gioco di interazione per bambini.

 Come primo quadro è stato scelto un Autoritratto (1975) ad olio (che è anche quello del Manifesto) in cui egli appare di profilo con uno sguardo pensieroso. Molto interessante il gioco di mani creato da due mani (oltre alla sua) rivolte dalla parte opposta, una in alto con la sigaretta e un’altra in basso con il pennello. Ritroviamo poi sia la sigaretta, in altri due autoritratti, che le mani, per esempio ne ‘Le mani di Moravia’(1982) o Mano della moglie Mimise con la rondine (1938).

Proseguendo nella mostra, allestita grosso modo secondo un ordine cronologico,  i temi ricorrenti appaiono: nature morte, paesaggi con tetti, nudi, ritratti (tra cui il padre agrimensore, Montale, la moglie Mimise, Anna Magnani, Schifano, Moravia), il rifiuto della guerra. La tecnica dei dipinti è generalmente a olio su tela o tavola; i disegni sono a matita o carboncino o china.

Ai disegni viene dedicata una sezione a parte in cui spicca il tratto quasi violento. Le mani di Moravia, delle quali mette in risalto le venature con attenta meticolosità, ne sono un esempio molto pregiato.

Le nature morte rappresentano o fiori o frutta o foglie accostate a oggetti diversi quali scarpe, un vaso o addirittura un teschio. Interessante notare che spesso tra questi oggetti compare una gabbia bianca, forse di un uccellino.

I paesaggi, di cui la Sicilia è spesso protagonista, si riducono ad un insieme di tetti colorati. Gli stessi tetti compariranno poi nella Crocifissione del 1940-1941, il quadro che, esposto in un premio di pittura durante il regime fascista, fece scandalo per il realismo giudicato eccessivo. Serpeggia la sensualità nelle sue opere.

Guttuso è infatti considerato il capofila del movimento realista. Egli inserisce nei quadri dettagli che alludono al dibattito tra filofigurativi e antifigurativi che si accentua ancora di più durante il secondo dopoguerra con il Fronte nuovo delle Arti, un raggruppamento di artisti impegnati intenti a recuperare le esperienze artistiche europee, sconosciute in Italia a causa del fascismo.

È emblematico, a tal proposito, un disegno degli anni ‘50 a china su carta gialla in cui viene rappresentata una figura con una testa d’animale sdoppiata in due facce che condividono le stesse orecchie, di cui una voltata verso un quadro figurativo e una voltata verso un quadro non figurativo. E Guttuso scrive ‘sente sempre con le stesse orecchie’ proprio per indicare la difficoltà nello stabilire una separazione netta tra le due correnti, nonostante egli sia realista e figurativo.

Un altro filo tematico è la denuncia della guerra di cui Guttuso rappresenta il trionfo in un quadro del 1966 (Trionfo della guerra) che rievoca immediatamente la Guernica di Picasso, pittore con il quale Guttuso intesse un rapporto di forte amicizia ed ammirazione.

Ci sono molti riferimenti a Picasso nelle opere di Guttuso: a volte si tratta dell’imitazione dello stile cubista; altre volte compare proprio Picasso in carne ed ossa. Per esempio nel quadro commemorativo ‘Il Convivio: Picasso e i suoi personaggi (1973), Picasso brinda circondato da una tavolata di personaggi dei suoi quadri oppure vediamo un Picasso in versione bagnante sulla spiaggia di Ostia nel quadro ‘La Spiaggia’ (1955-56). Quest’ultimo fa parte dei quadri più grandi che scandiscono una fase della vita dell’artista. Colpisce l’uso di colori forti.

Guttuso è combattuto tra vita privata e impegno civile, tra interni e paesaggi, tra nature morte e nature vive. Tra i quadri con forti connotati politici è celebre quello de I funerali di Togliatti (1972) nel quale il rosso –colore non casuale- spicca. Utilizza acrilici e collage di carte stampate su carta incollata su quattro pannelli di compensato. La tecnica del collage è evidente anche nel quadro ‘La discussione’ (1959-1960) che testimonia il fervore politico di quegli anni in cui il giornale diventa la metafora del luogo privilegiato dello scambio di idee.

Un altro luogo di riunione d’ intellettuali, oltre alla redazione del giornale e al suo studio, è il Caffè Greco di Roma che Guttuso immortala nel quadro ‘Caffè Greco’ (1976) in cui rappresenta de Chirico, assiduo frequentatore di quel luogo, insieme ad elementi a lui correlati.

Infine, a conclusione della mostra, sono esposti disegni che testimoniano l’amore di Guttuso per la scenografia, attività che lo appassionerà per tutta la vita.

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